Il marketing è l’accento rosso sulla parola pubblicità.
Vi piacerebbe entrare in una pasticceria per comprare una torta per il compleanno di vostro figlio ed ottenere in cambio un sacchetto contenente i singoli ingredienti con la ricetta allegata? Questo è quello che accade a chi ha bisogno di marketing e riceve in cambio pubblicità.
Tanti confondono il termine marketing con la pubblicità classica, con la vendita o con tutto ciò che è promozione e presentazione di prodotti e servizi. Le imprese che decidono di avvalersi dell’aiuto di un’agenzia di marketing spesso ottengono solo prodotti pubblicitari che, da una parte lasciano il tempo che trovano, dall’altra finiscono con aggravare le condizioni economiche dell’azienda.
Cos’è davvero il marketing?
Il marketing viene definito come “quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotto e valori”, ma racchiudere in questa sterile frase un concetto così articolato e affascinante ci sembra riduttivo.
Il marketing può essere applicato anche alla vita di qualsiasi individuo e diventare un valido supporto alle relazioni sociali, disegnando il percorso più adatto per una vita efficace ed efficiente.
I bisogni son desideri
Il marketing si basa sull’idea che gli individui percepiscano stati di privazione, una condizione nota come “bisogno”. I bisogni possono essere sia fisici che sociali: abbiamo bisogno di cibo, di abiti, di riscaldamento ma anche di affetto, di conoscenza, di autostima. I bisogni non li ha inventati il marketing, fanno parte della condizione umana. Plasmati dalla cultura e dalla personalità dell’individuo, i bisogni si trasformano in desideri, vale a dire tutto ciò che è in grado di soddisfare un bisogno.
Se stimolati, i desideri danno origine a comportamenti come l’acquisto, la donazione, un click o semplicemente un sorriso.Si tende a pensare che la principale motivazione che spinge all’acquisto sia legata alla bontà dei propri prodotti e dei propri servizi. Se così fosse, tutte le imprese avrebbero successo e non ci sarebbe l’abbandono di un marchio a favore di un altro da parte dei clienti finali. Il vero motivo per cui le persone acquistano un prodotto o usufruiscono di un servizio è per
benefici, i vantaggi, le esperienze che questi offrono.
Questo comportamento superficiale porta le imprese e le agenzie a concentrarsi sui prodotti o sui desideri dei clienti, perdendo così di vista i bisogni che li hanno generati.
Si tratta di una filosofia malata e dannosa, perché dimentica che il prodotto non è altro che uno dei tanti modi per la risoluzione di un problema, così come il nostro “fare marketing”.
Una strategia di marketing vincente risponde alle seguenti domande:
• A quale target vogliamo rivolgere le nostre attenzioni? In pratica: chi sono i nostri clienti?
• Per quale motivo questi ultimi dovrebbero credere e accettare la nostra proposta?
La strategia di marketing definisce, dunque, quali clienti servire e come creare valore per il target di riferimento. Per fare marketing però non è sufficiente creare una strategia. Una buona strategia deve essere supportata da un buon programma
di marketing, che si avvalga delle famose quattro P: Prodotto, Prezzo, Punto Vendita e Promozione.
Pensando in termini di proposta di valore, infatti, l’organizzazione deve:
• Creare un’ offerta attraente in grado di soddisfare un bisogno (prodotto o servizio).
• Stabilire quanto costerà globalmente quell’offerta (prezzo).
• Rendere l’offerta disponibile e accessibile ai clienti rientranti nel target scelto (punto vendita).
• Comunicare con i clienti, ascoltarli e convincerli dei vantaggi (promozione o pubblicità).
Non è un caso che il punto riguardante la pubblicità sia stato messo per ultimo, la pubblicità è solo la parte finale dell’intero processo di marketing, è il terminale emozionale che deve creare il bisogno o la necessità.